Le uve piacentine nelle vecchie vigne

Nelle nostre vecchie vigne sono presenti i principali vitigni autoctoni piacentini: Croatina (o Bonarda) a bacca rossa, Ortrugo e Malvasia di Candia aromatica a bacca bianca. Ve li presentiamo qui uno per uno.

Vecchia pianta di barbera

Abbiamo scelto di fare il vino partendo dalle uve che nascono su piante vecchie. Sono piante spesso dalle forme contorte che portano i segni delle mani (e dei cuori) che si sono occupate di loro nel corso della lunga vita. Ogni pianta ha una propria forma e una propria identità, non è possibile lavorare in automatico su piante come queste, ma occorre guardarle una per una: come si sviluppano, che forza sembrano avere.

Ma la parte più affascinante sta nei grappoli: in questa stagione, mentre si avvicina la vendemmia, le caratteristiche di ogni uva e di ogni pianta cominciano ad essere evidenti. Anche le varietà di uve tradizionali piacentine sono presenti in diverse forme: si tratta infatti di vigneti nati dalla selezione massale delle uve, modalità di creazione delle piante che dona molta più variabilità e complessità al vigneto.

Grappoli di ortrugo

Ortrugo

L’ortugo è forse l’uva piacentina oggi più conosciuta. E’ stata infatti identificata e recuperata dal sig. Luigi Mossi negli anni Settanta e da allora ha iniziato ad essere vinificata in purezza. Fino ad allora entrava nei vini bianchi come uva di supporto, il suo nome significa infatti “l’altra uva”.

Le vecchie varietà di Ortrugo presentano caratteristiche interessanti sia rispetto alla resistenza alle malattie, sia come qualità in vinificazione: grappolo più spargolo e buccia più spessa rispetto alle varietà clonali oggi in commercio.

Noi abbiamo scelto di utilizzare l’Ortugo come da tradizione, vinificandolo insieme alla Malvasia aromatica di Candia per il nostro vino bianco macerato Fatto coi Piedi.

Malvasia aromatica di Candia

Esistono in Italia 17 varietà di uve che portano il nome di Malvasia. La Malvasia aromatica di Candia si è diffusa principalmente in provincia di Piacenza e noi la consideriamo la regina dei vitigni piacentini. Un’uva straordinaria, non solo per la sua decisa aromaticità, ma anche per la ricchezza di sostanze presenti nella sua buccia spessa e dorata.

Nel tempo sono stati privilegiati cloni molto produttivi, ma nelle vecchie vigne sono ancora presenti le vecchie varietà dal grappolo medio-piccolo e spargolo, piante dalla produzione più limitata ma capaci di portare a maturazione uve di grande intensità.

E’ un’uva molto versatile con cui si possono ottenere vini eccellenti sia frizzanti che fermi, dolci e secchi, vini passiti. Noi abbiamo scelto di vinificarla in uvaggio con altri vitigni a bacca bianca nel nostro vino bianco macerato Fatto coi Piedi.

Croatina di vecchie vigne

Croatina

Nelle nostre vigne abbiamo individuato diverse tipologie di Croatina, l’uva storicamente presente nei territori del Piacentino e dell’Oltrepo’ Pavese che viene anche chiamata Bonarda come il vino che ne nasce. E’ però un’uva diversa dalla Bonarda piemontese.

L’uva ha una maturazione tardiva, ideale quindi su terreni collinari in pieno sole. Si caratterizza per i tannini importanti che talvolta, secondo le vinificazioni, prevalgono sull’intrigante e piacevole carattere aromatico e floreale.

Nel nostro vino rosato Onda d’Urto abbiamo voluto mettere in evidenza proprio questa caratteristica floreale.

Vecchia pianta di barbera

Barbera

Riteniamo la Barbera uno dei più interessanti vitigni italiani anche se certe mode enologiche l’hanno spesso esclusa dai propri favori, probabilmente a causa della sua principale caratteristica: dare vita a vini dalla spiccata acidità.

La presenza della Barbera identifica un territorio geologicamente e storicamente omogeneo, la fascia collinare preappenninica oggi suddivisa tra Piemonte, Lombardia (Oltrepo’) ed Emilia (Piacenza e Parma). Nel corso del tempo i vignaioli hanno selezionato le varietà di Barbera più adatte alle loro esigenze, è quindi oggi uno dei vitigni con maggiore variabilità in Italia.

Nelle nostre vigne abbiamo grappoli di grandi dimensioni e grappolini piccolissimi, acini tondi e allungati, davvero una biodiversità meravigliosa. E ne siamo estremamente felici in quanto è il vitigno a bacca rossa che amiamo di più. E’ il vitigno più importante nel nostro vino Rosso Filarole.